Gennaio 21, 2018

Quanto mancano le metropoli alla pallavolo italiana?

Luca Lovelli

La presenza di grandi squadre in rappresentanza delle metropoli italiane è quello che manca al secondo sport nazionale per avvicinarsi ancora di più al grande pubblico, sia tra gli uomini che tra le donne. Facciamo il punto della situazione.

8 milioni e 772.697. Un numero enorme che potrebbe voler dire tutto e niente. Si tratta in realtà della somma degli abitanti delle prime 10 città italiane, circa un settimo di tutta la popolazione nazionale: Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania.

Tra queste, solamente Milano e Firenze sono rappresentate nei massimi campionati di volley italiano, la prima in campo maschile e la seconda in quello femminile.

Entrambe le squadre però guardano le prime della classe da metà/bassa classifica.

Come se non bastasse, la formazione meneghina gioca le proprie sfide casalinghe a Busto Arsizio, al di fuori quindi del capoluogo e perdendo parte della propria identità locale.

Abbiamo chiesto un parere anche ad Andrea Giani, allenatore della Revivre Milano e, anni or sono, di Roma.

Purtroppo le grandi città sono sempre mancate. Oppure hanno fatto, come Roma, degli sporadici campionati. Siamo un pochino provinciali ed è una grande differenza rispetto ad esempio al basket. Non dico il calcio, che gira su altre piattaforme.

La metropoli impiega costi maggiori. Bisogna cercare risorse diverse e trovarsi comunque a competere con club che spendendo meno restando molto competitivi. Ma, sia per la Federazione che per la Lega, sarebbe importante avere squadre in grado di giocare negli impianti delle grandi città.

Sul fronte femminile il Bisonte, attualmente nona e in lotta per evitare i playout, può invece sorridere per il progetto Pala Wanny che ha ufficialmente incontrato l’interessa e i favori della giunta fiorentina. Una nuova struttura che dovrebbe sorgere in una frazione del comune Toscano che potrebbe portare più pubblico, visibilità e, si spera, risultati.

Ma è un’eccezione in uno scenario che vede le metropoli della penisola, da Nord a Sud, quasi interamente ai margini del volley che conta. Per lo meno ad alti livelli: maggiore la rilevanza nel settore giovanile (ad esempio VolleyRò a Roma e ProPatria a Milano).

Si tratta di una situazione che stride con il record di spettatori fatto registrare nel complesso della regular season maschile nella Super Lega 2016/2017, con i boom di Modena (4199 di media), Perugia (3596) e Trento (3411). Realtà consolidate che trainano gli amanti della pallavolo da anni ma che non possono numericamente contare sul bacino d’utenza che potrebbero invece portare altre piazze.

Tra gli uomini, Roma e Catania stanno disputano il campionato di A2 con i capitolini attualmente in vetta alla graduatoria.

Tra le donne invece, nella stessa categoria, nessuna grande città è rappresentata.

Il movimento azzurro deve quindi ringraziare le tante medie e piccole “volley cities” presenti sul territorio nazionale che fanno da vero e proprio traino.

Una spinta che potrebbe essere esponenzialmente maggiore se anche le “10 sorelle” riuscissero a farsi strada sul grande palcoscenico pallavolistico del belpaese.

Un’urgenza che si fa sempre più concreta dal momento in cui quest’anno a settembre il mondiale maschile farà tappa proprio in Italia, con 6 metropoli coinvolte nell’ospitalità delle partite.

Uno stimolo che non va ignorato e che deve essere solo l’inizio di un lungo percorso che porti il volley anche in queste realtà.