Ottobre 4, 2018

Mondiali maschili: il fallimento di una formula

Tommaso Dotta

Partiamo con una premessa. Questo articolo non vuole in alcun modo giustificare l’eliminazione dell’Italia che, sul campo, ha dimostrato di non essere all’altezza delle squadre che hanno conquistato l’accesso alle semifinali.

Detto questo, l’organizzazione del Mondiale maschile appena concluso merita un’analisi.

Si è criticato tanto i presunti “biscotti”, ma la colpa non è da far ricadere sui giocatori quanto, piuttosto, sulla formula che li ha permessi.

Una formula che consente alle squadre di fare calcoli, di schierare le riserve, di non giocare le partite al massimo delle capacità è fallimentare. Punto e basta.

Se il fenomeno è ancora comprensibile in una prima fase a gironi, diventa inaccettabile in una fase conclusiva della competizione.


La Final Six di Torino, organizzata con due triangolari, avrebbe dovuto essere il gran finale invece si è rivelata un minestrone.

Dopo aver schiantato 3 a 0 l’Italia, la Serbia non era motivata a battere anche la Polonia: il passaggio del turno era già praticamente in cassaforte. Il match tra le due avversarie degli azzurri è stato comunque combattuto, ma era palese che i polacchi avessero più “fame”.

Si è così generata una situazione spiacevole, coi giocatori serbi insultati sui social network da tifosi italiani (casi umani) per non aver vinto una partita che era, per loro, fondamentalmente inutile.

L’apoteosi è stata la giornata di venerdì. Chi ha comprato i biglietti per il Pala Alpitour ha di fatto assistito a due amichevoli.

Brasile e Usa, entrambe già qualificate dopo l’eliminazione della Russia, hanno schierato le riserve per preservare (giustamente) i titolari per le semifinali.

Persino Italia – Polonia dopo il primo set (stravinto dai polacchi) è diventata una partita ininfluente ai fini del Mondiale. Gli Azzurri hanno combattuto per la maglia, regalando comunque un bello spettacolo al pubblico presente, ma i giochi erano già fatti.

In conclusione, a volte la forza di una formula sta nella sua semplicità. Un’eliminazione diretta vecchio stile può sembrare spietata, ma a vincere è lo spettacolo. Ci auguriamo che questo venga preso in considerazione per le competizioni future.

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